Il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con Avviso Pubblico emesso in data 6 giugno 2022, denominato #RiParto, ha stanziato 50 milioni di euro per finanziare l’introduzione di “progetti di welfare aziendale, con il fine di sostenere il rientro al lavoro delle lavoratrici madri e di favorire l’armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia”.
La misura è volta a promuovere la realizzazione di progetti di welfare aziendale, con il fine di sostenere il rientro al lavoro delle lavoratrici madri e di favorire l’armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia.
Finalità dell’avviso è quindi quella di incentivare lo sviluppo di progetti capaci di fornire un sistema integrato di strumenti quali benefit, facility e servizi alla persona atti a concorrere sinergicamente alla risoluzione di problematiche comuni alle lavoratrici madri dopo l’arrivo di un nuovo figlio, anche alla luce della rilevanza delle misure di sostegno in relazione allo sviluppo psicofisico dei bambini con particolare riferimento ai primi 1000 giorni di vita.
Possono presentare domanda di finanziamento le imprese, ai sensi dell’articolo 2082 c.c. e dell’articolo 2083 c.c., aventi sede legale o unità operative sul territorio nazionale.
I progetti di welfare aziendale presentati all’interno dell’avviso dovranno prevedere, in particolare:
- il supporto all’assunzione del nuovo ruolo genitoriale in un’ottica di conciliazione della vita privata e lavorativa, comprese iniziative di sostegno psicologico e fisico;
- incentivi economici finalizzati al rientro al lavoro dopo il parto/adozione;
- formazione e aggiornamento per l’accompagnamento al rientro al lavoro dopo il parto/adozione.
A pena di esclusione la durata delle azioni progettuali è fissata in 24 mesi e ai fini del computo della durata del progetto non sono presi in considerazione la rilevazione dei dati e le attività di studio finalizzati alla redazione del progetto.
Destinatarie delle azioni progettuali sono le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato e determinato, anche in part time, incluse le dirigenti, le socie lavoratrici di società cooperative, le lavoratrici in somministrazione nonché le titolari di un rapporto di collaborazione purché la natura e le modalità di esecuzione del rapporto siano compatibili con la tipologia e con la durata dell’azione proposta con la domanda di finanziamento.
Le imprese dovranno inoltrare i progetti alla PEC dedicata AvvisoRiParto@pec.governo.it entro il 5 settembre 2022, alle ore 12.
La domanda deve essere trasmessa esclusivamente da un indirizzo di posta elettronica certificata.
La richiesta di finanziamento per ciascuna iniziativa progettuale varia in base alle dimensioni (criterio prevalente) ed ai ricavi aziendali. I progetti sono esclusi se già finanziati, in tutto o in parte, da risorse europee, nazionali, regionali e locali.
Indicativamente, il finanziamento a fondo perduto è circa 80% del valore progetto.
- Microimprese (con meno di 10 dipendenti e i cui ricavi siano uguali o inferiori ai 2 milioni di euro), progetti ammissibili tra un minimo di 15.000 € e un massimo di 50.000 €. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 10% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente;
- Piccole Imprese (con meno di 50 dipendenti e i cui ricavi siano uguali o inferiori a 10 milioni di euro), progetti ammissibili tra un minimo di 30.000 € e un massimo di 100.000 €. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 15% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente;
- Medie imprese (con un numero di dipendenti che va dalle 50 alle 250 unità e i cui ricavi siano uguali o inferiori a 50 milioni di euro), progetti ammissibili tra un minimo di 80.000 € e un massimo di 250.000 €. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 20% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente;
- Grandi imprese (imprese con più di 250 dipendenti e i cui ricavi siano superiori a 50 milioni di euro), progetti ammissibili tra un minimo di 200.000 € e un massimo di 1.000.000 €. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 30% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente.
Le proposte progettuali sono valutate, secondo appositi criteri contenuti nel bando, da un’apposita Commissione di ammissione e valutazione, nominata con provvedimento del Capo del Dipartimento per le politiche della famiglia successivamente alla scadenza del termine per la presentazione delle proposte progettuali.
Per approfondimenti in merito si rimanda al testo dell’Avviso pubblico.